Milano, sabato 12 novembre 2016.
Sono stati quattro giorni intensi quelli che hanno portato, da lunedì 7 a sabato 12 novembre, alla proclamazione dei nuovi campioni lombardi elite, cioè i sette che rappresenteranno la Lombardia agli Assoluti di Bergamo in programma dal 5 all’11 dicembre. A questi sette si aggiungono i tre (Caristo, Kogasso e Spahiu) che, a livello regionale, non hanno trovato avversari in grado di sfidarli.
La Pugilistica Domino ha organizzato brillantemente la competizione e desidero personalmente ringraziarla, dal tecnico Caputo all’ultimo degli aiutanti, per la disponibilità dimostrata nei miei confronti e per agevolato al massimo il mio piacevole lavoro.
Il pubblico ha risposto positivamente al richiamo, il palazzetto del Centro Carraro era gremito da una folla numerosa e partecipe come vorremmo sempre vedere agli eventi pugilistici.
Nella serata delle finali, dopo due match fuori torneo (uno impreziosito dal campione italiano youth 2013 Angelo Gentile), si è disputato subito quello che appariva come il match clou del programma, cioè la “bella” tra Benkorichi e Perrulli. Il primo ha vinto la finale dello scorso anno mentre il pugile di Cinisello ha vinto quando i due erano ancora minorenni di belle speranze. Il match è tattico e non risulta spettacolare, i due badano a non scoprirsi perché conoscono entrambi la pericolosità dell’avversario. Nel primo round si vede un destro di Perrulli e due sventole di Benkorichi. Il compito dei giudici si preannuncia molto difficile. Passano i minuti, il pugile di casa sbraccia di più pur non ottenendo grandi risultati, il guardia destra Perrulli avanza a piccoli passi ma non scatena la bagarre. I primi due round sono difficilmente interpretabili. L’ultimo tempo dovrebbe rivelarsi decisivo. Nonostante sia il pugile che ha combattuto di più in settimana, Benkorichi continua a muoversi riuscendo a trovare la guardia aperta del rivale centrato da larghi colpi d’incontro. In un paio di occasioni si vede anche Perrulli ma, forse, attende troppo per partire all’offensiva. Il verdetto va, secondo me giustamente, al riconfermato campione 2015.
Dopo un match tattico, arriva un incontro dove i protagonisti, Lorusso e Gabriele Gangi, unici iscritti nei 52 kg, si affrontano a viso aperto scambiandosi decine e decine di colpi. Il pugile della Master Boxe è più esperto e concreto, svolge un lavoro di avvicinamento e quando è a corta distanza, tiene alle corde l’altro contendente colpendolo in serie. Il mobile Lorusso, freschissimo di nomina ad elite, non soffre di soggezione e dal secondo round intensifica ancora il ritmo. Il confronto è spettacolare e scalda il pubblico presente. Nonostante il forcing finale di Lorusso, la vittoria non sfugge a Gangi, desideroso di migliorare il terzo posto agli Assoluti dell’anno scorso. Promosso a pieni voti anche il pugile della APOT 1928, di cui sentiremo ancora parlare in futuro.
Via un Gangi arriva nei 56 kg l’altro, il fratello Alessandro, campione lombardo 2014, opposto a Laurini, nome nuovo della boxe lombarda. Anche per loro si tratta di una “bella” avendo vinto un match per parte nelle due precedenti sfide. Nel primo round, l’incontro racchiude l’equilibrio del primo e la spettacolarità del secondo. Laurini a centro ring mette qualche colpo in più ma, negli scambi, dice la sua anche Gangi. Difficile dare una preferenza ma dal secondo round, Laurini intensifica il ritmo e costringe talvolta Gangi alle corde. Progressivamente, il pugile della Master Boxe cala mentre il novarese in forza alla Palumbo Boxe getta sul quadrato ogni residua energia e si merita il verdetto.
La finale dei 60 kg tra Faretina e Ranasinghe può apparire scontata se si considera l’esperienza del primo e se non si conosce il secondo. Nel precedente confronto tra i due, l’ha spuntata il pugile dell’Elite Boxing Club in barba al pronostico. Il primo round, nel quale Ranasinghe si impossessa del centro ring e Faretina si muove cauto intorno al quadrato, è equilibrato. Il pugile nativo dello Sri Lanka parte meglio nel secondo tempo, un suo destro manda contro le corde il campione lombardo in carica che, però, si riprende e conclude meglio la ripresa. Anche qui il terzo round si rivela decisivo. Forse Faretina risente dell’intensa semifinale con Kummer, nell’ultimo round è meno lucido, viene richiamato ufficialmente per tenute ed il punto di penalizzazione cancella le sue speranze di riconfermarsi campione regionale.
A bordo ring si commenta che le finali sono di buon livello, gli incontri spettacolari ed equilibrati. Non è facile il lavoro dei giudici che devono rimanere sempre attenti e concentrati e devono valutare in pochi secondi l’andamento di un round da tre minuti. Chissà perché, poi, ci restano più in mente i quattro verdetti con cui non eravamo d’accordo e non consideriamo la stragrande maggioranza dei giudizi in sintonia con il nostro. Ma riprendiamo con la cronaca dei match.
Per Mazzoleni e Bologna, nei 69 kg, si tratta del terzo match di due carriere parallele. I due si conoscono molto bene. Nelle precedenti occasioni si è sempre imposto l’elegante pugile della Frimas. Neanche a dirlo, come i precedenti confronti, il primo round è equilibrato. Mazzoleni porta dei bei colpi ma Bologna reagisce. Forse si può concedere una preferenza a Mazzoleni. Nel secondo round, parte ancora bene l’atleta lecchese che controlla per quasi tre minuti. L’orgoglio del pugile di casa esce fuori e qualche sua combinazione mette in dubbio l’esito del round. Nel terzo round, i due contendenti appaiono meno precisi, le agguerrite semifinali con Zana e Caregnato si fanno sentire. Mi trova d’accordo il verdetto per Mazzoleni.
Tra Brusa e Sinanaj, passando alla finale dei 75 kg, c’è un divario d’esperienza a favore del pugile dell’APOT, secondo al Guanto d’Oro 2016. I due si sono affrontati meno di due mesi fa e la vittoria è andata a Brusa che non si smentisce in questa finale. Ad un avversario che lo cerca con l’unica tattica possibile, quella di avanzare a piccoli passi per chiuderlo alle corde, si oppone con un egregio gioco di gambe, combinazioni di destro-sinistro che vanno a segno anche se non interrompono l’avanzata del pugile di Lodi. Per tutta la durata dei nove minuti, Brusa tiene il controllo del ring colpendo anche indietreggiando. Il 22enne figlio e nipote di pugili è migliorato parecchio quest’anno ed ha raggiunto una buona maturità. Il verdetto è suo senza discussione.
Chiude la serata l’ultimo dei 30 incontri che hanno caratterizzato questa fase regionale dei campionati elite. Sul ring i mediomassimi Minorini e Andronico. Alla tecnica e allo stile elegante del primo si oppone la continua pressione esercitata dal secondo che risulta, però, meno efficace di ieri. Evidentemente nella “battaglia” con Luongo ha lasciato molte energie. Il campione regionale 2015 non lascia un bersaglio fisso, è costantemente in movimento e aziona il sinistro di sbarramento. Il pugile di Segrate non può e non deve distrarsi nemmeno un attimo perché Andronico gli è sempre addosso. Missione compiuta per lui che vince, si riconferma campione regionale e ottiene il pass per gli Assoluti.
Hanno arbitrato le finali i sigg. Ciro Di Marzo Enrico Licini, Sabina Premoli e Gaetano Valentino.
Risultati delle finali
52 kg: Gabriele Gangi (Master Boxe) V/PT Alessio Lorusso (Pug. Ottavio Tazzi)
56 kg: Antonio Laurini (Palumbo Dax Boxe) V/PT Alessandro Gangi (Master Boxe)
60 kg: Madushaka Ranasinghe (Elite Boxing Club) V/PT Leonardo Faretina (Pug. Ottavio Tazzi)
64 kg: Fateh Benkorichi (Pug. Domino) V/PT Donatello Perrulli (Pug. Rocky Marciano)
69 kg: Giorgio Mazzoleni (Frimas) V/PT Lorenzo Bologna (Pug. Domino)
75 kg: Simone Mattia Brusa (Pug. Ottavio Tazzi) V/PT Edmir Sinanaj (Pug. Rosolino Grignani)
81 kg: Federico Minorini (Segrate Boxe) V/PT Gianluca Andronico (Palestra The Ring)
Fuori torneo
Senior 56 kg: Vincenzo Cambria (Palumbo Dax Boxe) V/PT Francesco Tommasini (Pug. Domino)
Elite 91 kg: Angelo Gentile (Pug. Cariatese) V/PT Flavio D’Angelo (Pug. Piacenza)
Demetrio Romanò
http://www.fpilombardia.it/wp/news/conclusi-i-campionati-lombardi-elite-2016/3777